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ATTIVITA' FISICA
   
 

Oltre che in ambito terapeutico (riabilitazione) e sportivo, l'attività fisica sta sempre più assumendo un ruolo primario per la salute in generale. Ciò che ha portato alla ribalta l'indispensabilità di una corretta attività fisica regolare è stato, in primis, l'attuale "modus vivendi" dell'uomo "civilizzato".

Le funzioni motorie e il corpo, considerati in molte culture come entità inferiori e subordinate alle attività cognitive e alla mente, sono invece all'origine di quei comportamenti astratti di cui siamo fieri, compreso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. Perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni.
D'altro canto, nei momenti critici (stress intenso), il sistema muscolare costituisce un sistema ad alta priorità: quando è attivato, gli altri sistemi, come quelli responsabili della percezione delle sensazioni, dell'attenzione, delle attività cognitive ecc., sono in stato di relativo blocco, in quanto tale stato è legato nell'inconscio all'esecuzione di azioni importanti per la sopravvivenza, come la fuga, l'attacco, la ricerca del cibo, di un partner sessuale, del nido (reazione di stress). Un gruppo di muscoli in tensione esercita un'influenza su altri muscoli, sia per un fatto muscolare che nervoso (i neuroni eccitati eccitano quelli vicini).
Infine oggi sappiamo quanto la semplice passeggiata in un habitat naturale sia un potente riequlibriatore dell'attività dei due emisferi cerebrali e ciò è dovuto sia all'armonico impiego del sistema tonico posturale sia alla produzione di endorfine scatenata dall'esercizio fisico prolungato nel tempo. La totale integrazione mente-corpo è stata definitivamente dimostrata dalla psiconeuroendocrinoimmunologia.

L'esercizio fisico è indispensabile anche per la naturale fisiologia di un altro importante organo regolatore del benessere globale dell'individuo: la fascia connettivale (tessuto connettivo). La fascia è una componente fondamentale, spesso trascurata, che influenza in modo essenziale la muscolatura e la fisiologia dell’intero organismo.
Il muscolo è tenuto in sede tramite lamine connettivali (aponeurosi o aponevrosi) ed è racchiuso nelle fasce come la polpa di un'arancia lo è nelle pareti cellulari che la suddividono (epimisio, perimisio ed endomisio). Le fasce connettivali, che non vanno quindi confuse con i muscoli, in quanto stato protettivo e di sostegno, risultano più stabili dei muscoli.
Tramite la fascia connettivale i muscoli si strutturano e funzionano, in realtà, come catene muscolari o meglio miofasciali. Come vedremo in seguito, questo concetto è alla base dell'inovativo metodo di allungamento muscolare: lo stretching globale attivo.
In un corpo sano, le fasce profonde consentono alle strutture adiacenti di scivolare una sull'altra. Tuttavia, in seguito a malattie infiammatorie, come ad esempio nei casi di contratture muscolari croniche, o a lesioni traumatiche, si ha la formazione di cicatrici aderenziali nei diversi strati, che aumentano l'attrito interno durante la contrazione muscolare e contrastano i movimenti e quindi l'allungamento del muscolo. Questi strati, come fossero incollati, non scivolano più costringendo le strutture adiacenti a trazionarsi concorrendo così all'affaticamento e alle tensioni generali.
Inoltre, un muscolo che lavora persistentemente in accorciamento oltre a ristrutturare e ridistribuire la parte connettivale (fascia muscolare) può diminuire il numero di sarcomeri (al contrario, un muscolo che lavora in allungamento tende ad aumentare la parte connettivale e il numero di sarcomeri). Si ha così la formazione di un muscolo retratto. Se non ci si oppone abbastanza contro le retrazioni cicatriziali (tramite stretching, mobilizzazioni articolari, massaggi ecc.), esse si trasformano in fibrosità (fibrosi) capaci di rendere difficilmente reversibili posture anomale (con conseguenti risvolti psicologici) fino a una vera e propria impossibilità di movimento articolare (come ad esempio dopo una lunga immobilizzazione di un arto).
Le retrazioni di origine connettivale non solo condizionano posizioni anomale, ma riducono anche la circolazione del sangue e dei liquidi inerstiziali e la conduzione nervosa, interessando quindi anche il tono muscolare e la salute globale dell'individuo.

 

 
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